domenica 22 marzo 2009

Da Villard de Honnecourt a Filippo Brunelleschi

Villard de Honnecourt, magister di una confraternita di "maçons", visse nel 13° secolo e ci ha lasciato un "taccuino", che rappresenta il primo documento di un manuale tecnico, nel senso moderno del termine.

Filippo Brunelleschi, fu il primo a comprendere che l'ingegneria aveva bisogno del tecnico, ossia di "colui che sa far fare le cose". Egli cresciuto e formatosi nell'arte degli orafi, mise a frutto le sue conoscenze "teoriche" e riuscì a risolvere il problema della realizzazione della cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze.

giovedì 26 febbraio 2009

Del rigore della scienza

Una conoscenza totale non è possibile e la pretesa di riprodurre TUTTO l'accaduto è una semplice utopia. Così lo storico nel costruire le sue narrazioni, ancorché fondate sulla realtà dei fatti e sulla loro documentazione, deve operare delle scelte. Altrimenti si ricade in ciò che narra Jorge Luis Borges nel Rigore della scienza.

sabato 21 febbraio 2009

Il Corso di Storia dell'Ingegneria, 2009

Cari studenti,
questo Blog è fatto per rendervi disponibili i materiali delle lezioni e per facilitare l'apprendimento della materia. Quanto è riportato sul Blog, anche nelle pagine degli anni passati, è da intendersi parte integrante della materia.

Il testo di riferimento è:

Vittorio MARCHIS, Storia delle macchine, Roma-Bari : Laterza, 2005.

a cui si aggiunge:

V. MARCHIS e F. NIEDDU, Materiali per una storia delle tecniche, Torino : Celid, 2004.

Importante per ampliare la propria cultura storiografica è il riferimento al Dizionario di Storiografia, presente sul Web.

Altri testi verranno consigliati in seguito.

domenica 1 giugno 2008

Un convegno sulle scienze umane


Il 6 giugno prossimo si terrà al Castello del Valentino (Salone d'onore - 9.30-12.30) il Convegno "Un contesto di relazioni - 10 anni di scienze umane al Politecnico" che vuole tener vivo un dibattito di apertura degli orizzonti culturali e sociali nelle facoltà di ingegneria (e non solo).

Interverranno, tra gli altri, Luciano Gallino, Diego Marconi, Paolo Vineis e Carlo Olmo.

L'invito è esteso a tutti quanti voglio prendere coscienza dei contesti sociali e culturali della cultura politecnica e in particolare di ciò che accade al Politecnico di Torino.

Per maggiori dettagli si consulti il sito:

http://www.polito.it/php/news/index.php?idn=1968&lang=it&id

http://www.polito.it/php/news/index.php?idn=1968&lang=it&id_file=0


Hanno scritto dell'evento:

http://ilmitodierdos.blogspot.com/2008/06/lingegnere-dal-volto-umano.html

giovedì 29 marzo 2007

Ingegneri & fumetti (3 - continua)


L'ingegnere disegna, Luciano Bottaro, “Il Paese dell’Alfabeto”, n°3, (1961)


"Saper fare / Saper far fare": Silver (Guido Silvestri), “Lupo Alberto”, n°162, (1973)


I "Trattati" degli ingegneri medievali

Con Villard de Honnecourt e il suo Taccuino (1260 ca.) si iniza una importante serie di opere manoscritte che descrivono le macchine, il modo di costruirle e il loro impiego. Di Villard si è già parlato in un "post" precedente.
Essi si possono considerare come le prime opere sistematiche di una scienza che solo più tardi sarà inserita entro i confini disciplinari dell'ingegneria: trattano di macchine da guerra, macchine idrauliche, strumenti scientifici e tecnologie edilizie.




Le pietre miliari si possono identificare nelle seguenti opere:


  • Guido da Vigevano, Texaurus Regis Francie, 1340 ca.
  • Anonimo, Manoscritto della Guarra Hussita, 1430 ca.
  • Mariano di Jacopo detto il Taccola, De Ingeneis, 1433.
  • Roberto Valturio, De Re Militari, 1450 ca.
  • Francesco di Giorgio, Trattati di ingegneria civile e militare, 1480 ca.
  • Leonardo da Vinci, Codice Madrid, 1493.


Con l'avvento della stampa, i trattati avranno una più larga diffusione: tra i molti si ricordano:

  • Roberto Valturio, De Re Militari, Parigi, 1535 (edizione a stampa di un precedente Ms.)
  • Vannoccio Biringucci, De la Pirotechnia, Venezia, 1540.
  • Georgius Agricola, De Re Metallica, Basilea, 1556.


I "Teatri delle Macchine"


Nel XVI secolo la diffusione della stampa nascono nuovi generi letterari (e di comunicazione).

La "idea di teatro" si trasferisce ben presto a questo nuovo mezzo di comunicazione e il Theatrum (libro) diventa una rassegna di immagini, accompagnate da brevi commenti e didascalie, che "promuovono" verso un vasto pubblico i nuovi "saperi". Giulio Camillo scrive una "Idea di teatro" con cui teorizza sull'arte della memoria, sulle nuove tassonomie che le "nuove scienze" sollecitano agli intellettuali del Rinascimento.

A fianco del Theatrum Alchemicum, del Theatrun Anatomicum, del Theatrum Botanicum, del Theatrum Pharmaceuticum, sorge il Theatrum Machinarum. Con i Teatri di Macchine i tecnici e gli ingegneri promuovono le proprie innovazioni presso il grande pubblico, ma soprattutto cercano crediti presso i possibili committenti. La tecnica trova nuovi canali per diffondere la propria "cultura" al di fuori della ristretta cerchia degli specialisti.

Il primo a inaugurare questo "genere" è il Theatrum Instrumentorum et Machinarum di Jacques Besson (Lione, 1569); seguono quindi: