giovedì 29 marzo 2007

I "Trattati" degli ingegneri medievali

Con Villard de Honnecourt e il suo Taccuino (1260 ca.) si iniza una importante serie di opere manoscritte che descrivono le macchine, il modo di costruirle e il loro impiego. Di Villard si è già parlato in un "post" precedente.
Essi si possono considerare come le prime opere sistematiche di una scienza che solo più tardi sarà inserita entro i confini disciplinari dell'ingegneria: trattano di macchine da guerra, macchine idrauliche, strumenti scientifici e tecnologie edilizie.




Le pietre miliari si possono identificare nelle seguenti opere:


  • Guido da Vigevano, Texaurus Regis Francie, 1340 ca.
  • Anonimo, Manoscritto della Guarra Hussita, 1430 ca.
  • Mariano di Jacopo detto il Taccola, De Ingeneis, 1433.
  • Roberto Valturio, De Re Militari, 1450 ca.
  • Francesco di Giorgio, Trattati di ingegneria civile e militare, 1480 ca.
  • Leonardo da Vinci, Codice Madrid, 1493.


Con l'avvento della stampa, i trattati avranno una più larga diffusione: tra i molti si ricordano:

  • Roberto Valturio, De Re Militari, Parigi, 1535 (edizione a stampa di un precedente Ms.)
  • Vannoccio Biringucci, De la Pirotechnia, Venezia, 1540.
  • Georgius Agricola, De Re Metallica, Basilea, 1556.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Blog molto interessante, complimenti